27 giugno 2015

Tarkovskij: la cosa dallo spazio profondo, di Slavoj Zizek

Tarkovskij: la cosa dallo spazio profondo (Tarkovski), di Slavoj Zizek

Anno di prima pubblicazione: 2011

Edito da: Mimesis

Voto: 8,5/10

Pagg.: 47

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Slavoj Zizek, per chi non lo conoscesse, è un filosofo e psicanalista sloveno celebre pressoché in tutto il mondo.
Il suo eclettismo, unito alla sua capacità di coniugare la filosofia tradizionale e gli insegnamenti della psicanalisi con gli odierni prodotti della cultura popolare, lo hanno reso uno dei pensatori contemporanei dalle idee più interessanti.

In questo libro, Zizek si dedica ad uno degli ambiti da lui più sviscerati ed analizzati, il mondo del cinema.

Obiettivo di questo breve saggio è, come afferma lo stesso Autore, “analizzare in che modo il motivo della Cosa compare nello spazio diegetico della narrativa cinematografica; in breve, voglio parlare di quei film la cui narrazione tratta di una Cosa impossibile e/o traumatica”.
Il tema della Cosa, dunque, l'entità terza e misteriosa che irrompe in un equilibrio determinato, turbandolo, e che spesso costituisce l'oggetto principale del film.
Il tema della Cosa è solitamente presente nei film di fantascienza (la Cosa Aliena), ma anche in molti film classici, che Zizek ha analizzato in altre sue opere (ad esempio i film di Hitchcock, si pensi a Gli uccelli).

Tra i molti film citati nell'opera, Zizek comincia con Guerre stellari, e, in particolare, con l'incipit del primo capitolo della saga (l'episodio IV): in questo caso “l’intrusione dell’imponente Cosa [l'astronave] sembra portare sollievo, annullando l’horror vacui causato dalla continua osservazione del vuoto infinito dell’universo”.

La Cosa può assumere identità assai diverse: può anche essere una bestia di straordinaria potenza o dimensione, come ad esempio King Kong, Moby Dick o il gigantesco bisonte bianco del film Sfida a White Buffalo di J. Lee Thompson.

L'Autore analizza dunque ampiamente il film Picnic a Hanging Rock di Peter Weir e Deep Impact di Mimi Leder, in cui la Cosa è una gigantesca cometa che rischia di colpire la Terra.
Zizek analizza le opere cinematografiche in chiave psicanalitica usando una tecnica decisamente interessante: esamina infatti il film togliendo, con una fictio, l'elemento di disturbo esterno (quello che abbiamo chiamato fin qui la Cosa), nonostante esso sia l'elemento principale dell'intreccio. A questo punto, analizzando l'opera al netto di tale elemento, si può capire cosa esso realmente rappresenti nell'economia della narrazione.
Tornando a Deep Impact, Zizek può dunque affermare che il film “è chiaramente incentrato su questa irrisolta relazione protoincestuosa tra padre e figlia: la cometa incombente incarna la rabbia autodistruttiva della protagonista, senza un fidanzato e con una chiara fissazione traumatica per il padre, sconvolta dal secondo matrimonio dell’uomo e incapace di venire a patti con il fatto che l’ha abbandonata per una coetanea”.
Ecco così che un film per certi versi simile a Deep Impact come Armageddon è anch'esso “incentrato su un rapporto incestuoso tra padre e figlia. Tuttavia qui è il padre (Bruce Willis) ad essere eccessivamente affezionato alla figlia, e quindi la forza distruttiva della cometa incarna la sua rabbia per le storie d’amore della ragazza con uomini coetanei. Significativamente, il finale è più positivo: l’uomo non si autodistrugge ma si sacrifica per salvare la Terra; cioè, a livello di economia libidica nascosta, sparisce dal quadro dando così la sua approvazione al matrimonio della figlia”.

Ma qual è dunque il significato profondo della Cosa, il suo fine ultimo?
Zizek parla di “Cosa come Spazio, come Zona sacra e proibita, in cui il divario tra Simbolico e Reale si chiude, ovvero, in parole povere, una zona in cui i nostri desideri si materializzano direttamente”.
La Cosa, secondo la suggestiva definizione dell'Autore, è dunque una “macchina dell’Es”.
Per comprendere questa funzione della Cosa, ecco che Zizek introduce uno dei registi più interessanti della seconda metà del Novecento, noto per la sua capacità di infondere un significato psicologico alle sue opere.
Stiamo parlando di Andreij Tarkovskij, che del resto è citato nel titolo del saggio di Zizek e su cui l'Autore si sofferma per oltre metà dello scritto.
Iniziando da Solaris, da molti ritenuto il capolavoro di Tarkovskij, Zizek afferma che in tale film vi sarebbe “la variante più estrema del tema della Macchina dell’Es”. In tale film la Cosa (l'oceano pensante del pianeta Solaris, che sembra materializzare i desideri e i pensieri degli astronauti che si trovano sulla stazione spaziale per studiarlo) “è correlata a una relazione sentimentale stagnante”.
L'altro film ampiamente analizzato di Tarkovskij è il bellissimo Stalker, in cui la Cosa è una Zona apparentemente visitata alcuni decenni prima da esseri extraterrestri (o su cui vi si è schiantato un meteorite, non si sa bene) e nella quale sembra che accadano cose strane e misteriose.
Stalker è tratto da un romanzo dei fratelli Strugatski in cui però la Zona è concepita diversamente, ossia come il residuo di un Picnic sul ciglio della strada (il titolo del libro) effettuato dagli alieni che hanno visitato il nostro Pianeta, andandosene subito dopo ritenendolo poco interessante.
Nella Zona vi sono dunque i residuati lasciati dagli alieni, che per gli uomini appaiono incredibili e affascinanti: “quello che per noi è un miracolo, un incontro con un universo meraviglioso fuori dalla nostra portata, per gli alieni è immondizia quotidiana”.
La Zona del film, invece, è decisamente più misteriosa.
Intanto è molto interessante l'analisi dell'Autore rispetto a cosa possa significare il concetto di Zona per un cittadino dell'ex URSS.
Per un cittadino dell’ex- Unione Sovietica, il concetto di Zona proibita dà vita ad (almeno) cinque associazioni: la Zona è 1) il Gulag, cioè un territorio separato adibito alla reclusione; 2) un territorio avvelenato o reso altrimenti inabitabile a causa di una qualche catastrofe tecnologica, biochimica, nucleare, ecc., come Chernobyl; 3) l’ambiente segreto in cui vive la nomenklatura ; 4) un territorio straniero in cui è proibito entrare, come Berlino Ovest nel bel mezzo della Repubblica Democratica Tedesca; 5) un’area colpita da una meteorite, come Tunguska in Siberia”.
Ma cosa rende la Zona una Cosa, nel senso finora esaminato?
La spiegazione fornita da Zizek è tutto sommato semplice: “questa Zona misteriosa fa effettivamente parte della nostra realtà comune, ma è proprio il Limite a conferirle quest’aura di mistero, cioè il fatto che la Zona sia stata designata come inaccessibile e proibita”.

Il significato della Zona di Stalker è stato declinato in moltissime interpretazioni. Lo stesso Tarkovskij sostenne che “la Zona non esiste. È stato lo Stalker ad inventarsi la sua Zona. È stato lui a crearla, in maniera da potervi guidare delle persone assai infelici e costringerle a sperare. Anche la stanza dei desideri è una creazione di Stalker, un’ennesima provocazione nei confronti del mondo materiale. Questa provocazione, creata nella mente di Stalker, corrisponde ad un atto di fede”.

Ed ecco dunque un passo fondamentale del saggio in cui Zizek compara i due capolavori Tarkovskijani: “il problema in Solaris è l’eccesiva soddisfazione: i desideri si realizzano o si materializzano prima ancora che noi li formuliamo. In Stalker non si arriva mai al livello di desiderio (o del credere) puro e innocente, mentre in Solaris i sogni e i fantasmi si realizzano in anticipo, secondo una struttura psicotica in cui la domanda precede la risposta. Pertanto, Stalker s’incentra sul problema del credere, della fede: la Stanza esaudisce solamente i desideri di coloro i quali ci credono immediatamente, ed ecco perché, quando i tre avventurieri finalmente raggiungono la soglia della stanza, hanno paura di entrarvi; infatti non sono sicuri di quali siano i loro veri desideri. Come osserva uno di loro, il problema della Stanza è che non esaudisce quanto tu pensi di desiderare, ma il desiderio vero, di cui puoi essere anche inconsapevole”.

Questo interessantissimo saggio termina con l'analisi di altre due opere di Tarkovskij, Nostalghia e Sacrificio, gli ultimi due film girati dal Maestro russo prima della morte.

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